venerdì 27 marzo 2009

Ponyo sulla scogliera (2008, Hayao Miyazaki)


Un piccolo pesce rosso incontra per caso Sosuke, bambino che vive su una casa in cima a una scogliera, che si affaccia sull’oceano sconfinato. Ponyo sarà il nome che darà Sosuke al piccolo pesce rosso, con il quale si istaurerà un affetto incondizionato. Figlia di una divinità marina, per raggiungere il suo amico Sosuke creerà non pochi disagi alla piccola città dove vive il bambino.
E’ un innocenza quella di Ponyo essenziale e coinvolgente, senza mezze misure e pura come l’acqua degli oceani incontaminati.

La delicatezza con cui Miyazaki disegna l’universo di Ponyo è incredibile, soprattutto perché riesce a contrastare questa delicatezza delle immagini con tematiche serie e attuali, e il messaggio morale (come in ogni favola) viene colto con particolari realistici che invadono l’immagine nitida del film, come la sporcizia che invade i fondali marini e gli anfratti tra gli scogli, l’irruenza delle navi e . Un messaggio eco- ambientalista, che mostra come l’uomo, per quanto possa avere il controllo sul mare, alla fine verrà travolto dalla sua forza incontrastabile un giorno. Tale messaggio viene incarnato dal misterioso personaggio di Fujimoto, padre di Ponyo, un tempo un essere umano ma che poi ha rinnegato la sua stessa natura per poter vivere nelle profondità degli oceani, e lavorando come bizzarro alchimista.
L’odio che prova nei confronti del genere umano è giustificato, e attende il giorno in cui gli oceani potranno ribellarsi alla tirannia dell’uomo. E quando la piccola Ponyo scapparà la prima volta per poter esplorare la superficie, Fujimoto libererà la sua magia per poterla riportare indietro, e salvarla dal pericolo della terra ferma.
La magia quindi ritorna in questo capolavoro di Miyazaki come una forza sconosciuta, misteriosa, e ancestrale , sedimentata nei miti e nelle leggende che solo i personaggi magici di MIyazaki possono detenere: Fujimoto lavora con pozioni misteriose, riesce a controllare le forze oceaniche e inquietanti creature acquatiche, mentre la piccola Ponyo ha un potere straordinario, poiché lei è figlia di una Divinità degli oceani. Un potere che però non controlla e senza rendersene conto sprigiona una potenza primordiale.
L’innocenza infantile di Ponyo e la forza della natura vengono narrati parallelamente, entrambi legati indissolubilmente dalla magnificenza dei disegni di Miyazaki, in un flusso di continua trasformazione e metamorfosi delle immagini( ad esempio le onde del mare che si trasformano i enormi pesci e viceversa )
In effetti il tema della metamorfosi è costante nelle opere di Miyazaki: in Ponyo la piccola protagonista con la sua magia si trasformerà in una bambina, e non mancheranno momenti in cui lei regredirà improvvisamente; inoltre il cambiamento è anche radicato nel carattere di Ponyo, che la spingerà a voler liberarsi dall’oppressione della sua esistenza.

Il mare occupa un ruolo importante nell’economia del film. Fa da sfondo alla tenera storia di Ponyo, ma Miyazaki non teme di rappresentare un mare oscuro e minaccioso, temibile e imprevedibile. E’ comunque il mezzo con cui il messaggio del film si fa strada.

L’infanzia viene tratteggiata con colori semplici e puri: Il personaggio di Sosuke è saggio e solare, oltre ad essere ben educato e rispettoso per l’ambiente che lo circonda; Ponyo invece è intraprendente e curiosa, da una forza straordinaria e vivace . L’amore che sboccerà tra i due è incontaminato, privo dei “rifiuti” che il mondo degli adulti lasciano negli oceani.
Il mondo degli adulti viene schiarito (anche se in Ponyo non è calcato con segni negativi) dalla dinamicità e amore di Lisa, la madre di Sosuke. L’affetto materno è un importante motore della narrazione nel film, che condurrà Ponyo e Sosuke a fare un viaggio tra le acque che solo popolate da antiche creature marine. La madre di Ponyo rimane avvolta in un mistero affascinante e mistico, e la sua aura e il suo potere spaventano persino Fujimoto.

E’ un inno all’infanzia e all’innocenza, ma anche un ammonimento.

Il film è un chiaro riferimento de “La sirenetta” di Anderson, ma comunque riletta e rielaborata sotto il personalissimo stile di Miyazaki.
inoltre è presente una bellissima scena che ricorda davvero molto le tonalità della Cavalcata delle Valchirie, con Ponyo che corre tra le onde del mare in burrasca, che nel frattempo muta aspetto in continuazione.

E’ un inno all’infanzia e all’innocenza, ma anche un ammonimento.
L’infanzia è un tema caro a Miyazaki, come baluardo di speranza e di saggezza, contro un mondo cupo popolato da “troppi” adulti.

1 commento:

Luciano ha detto...

L'ho visto da pochissimo e confermo la bellezza di questo film che mi ha riportato all'infanzia. Bellissimo. Il tuo blog mi piace. Tornerò a visitarlo. A presto.