lunedì 16 luglio 2012

Spider-Man VS The Amazing Spider-Man





Prima di vedere il film The Amazing Spider-Man, ero abbastanza scettico: dal mio punto di vista non era necessario fare un reboot della saga. Sam Raimi aveva disegnato e raccontato in maniera quasi perfetta la storia di Spider-Man, con una buona dose di azione ed emozioni. Ma con questo reboot, qualcosa è cambiato.
Ripensando al suo personaggio mi rendo conto che era diventato abbastanza noioso, e un quarto film (che era in progetto nel 2010) non sarebbe stato interessante come lo era il primo e il secondo. Il terzo film è stato orrendo, troppa carne al fuoco e poco interesse a valorizzare le novità, i villains e i personaggi che, dopo 2 film, avevano toccato il fondo.
Nel film di Marc Webb invece sono stati introdotti tanti elementi che mancavano: un intreccio saldo, un buon equilibrio tra action e dramma e un personaggio divertente e coinvolgente.

Due Spider-Man a confronto
Marc Webb ha fatto un ottimo lavoro, considerando che è il suo secondo film Con 500 giorni insieme (500 Days of Summer) aveva dimostrato una certa sensibilità nel raccontare le storie umane e a dirigerle in maniera dinamica; con The Amazing Spider-Man ha fatto lo stesso, riuscendo a ridare spessore a un personaggio che era intrappolato nel concetto drammatico del super-eroe.
Sam Raimi con i suoi Spider-Man ha descritto un uomo-ragno introverso, bloccato nella ragnatela del super-eroe maledetto, immerso nelle responsabilità dei suoi poteri e nella tragicità della sua vita: "da grandi poteri derivano grandi responsabilità", così diceva zio Ben, ma forse quel Peter Parker aveva preso troppo seriamente queste parole, diventando un vero "rompiballe". Ad esempio: solo nel secondo film dice la sua vera identità alla sua amata Mary Jane, e questo la dice lunga su quante seghe mentali si faceva.

Lo Spider-Man di Marc Webb invece è più divertente, ma al tempo stesso incorpora troppi stereotipi del nerd sfigato che ama andare sullo skate ma che nasconde grandi doti intellettive e fisiche. Va detto che questo Peter Parker è molto più adolescente di quello di Sam Raimi e di conseguenza vive i suoi drammi alla Dawson's Creek in maniera abbastanza evidente ma mai patetica. Il teen-drama non è invadente, e anzi riesce a divertire e a caratterizzare un personaggio in piena fase di crescita e di scoperta del suo passato.
Se da un lato quindi il Peter Parker di Sam Raimi è drammatico nelle sue vesti di eroe e noioso nel carattere (Tobey McGuire raggiunge una mono-espressività pari quasi a quella di Nicolas Cage), dall'altro lato quello di Marc Webb è tanto divertente e interessante quanto stereotipato. Il suo personaggio, interpretato da un valido Andrew Garfield, vive la sua vita in maniera più intraprendente e meno passiva.
Sono rimasto molto stupito del bacio con Gwen Stacy, che è stato veloce e un fulmine a ciel sereno (ovviamente prevedibile). Questo dettaglio, apparentemente irrilevante, dimostra l'intenzione dietro questo reboot, ossia quello di raccontare in maniera divertente la storia di Spider-Man e non quella di ammorbare lo spettatore con i drammi interiori. Questa volta l'intreccio del film viene messo in evidenza, come ad esempio il mistero della famiglia Parker e della OSCORP, motore principale del film.



La protagonista femminile
Ho preferito di gran lunga Gwen Stacy a Mary Jane Watson. La prima è una donna interessante e solare, che non si lascia prendere dal panico e non piange e non urla ogni 4 secondi come MJ, la quale incarna la "donzella urlante in pericolo" (che palle!). Gwen addirittura affronta Lizard e salva letteralmente la città dal suo piano diabolico.
MJ è una donna noiosa, prevedibile e priva di iniziative. La sua storia non si intreccia con quella di Peter Parker se non sul piano sentimentale. Gwen Stacy prende iniziative ed è in qualche modo un'eroina, quasi quanto Spider-Man. Con Mary Jane ci troviamo di fronte a una donna in pieno stile "disneyiano" (passiva e pesante), con Gwen abbiamo un personaggio da cardiopalma (intraprendente e dinamica).



Il villain
In questo caso non si possono fare paragoni. Sono due antagonisti diversi, sia nelle intenzioni, sia nell'interpretazione. Ma ammetto che ho preferito Curt Connors/Lizard per quanto riguarda il suo scopo e la sua caratterizzazione: non è vero cattivo ma uno scienziato che vuole salvare il mondo (ovviamente lo fa con i metodi sbagliati). Goblin è stato un villain interessante, ma solo perché è lo scienziato pazzo per eccellenza e perché Willem Defoe è un attore eccezionale.
La pazzia di Lizard (interpretato da un magnifico Rhys Ifans) invece nasce dalla sua umanità, dalla sua sensibilità e intelligenza. Rimane sempre e comunque cosciente del suo scopo, ed è per questo che lo reputo più interessante: perché è spinto da una nobile causa e non abbandona mai il motivo del suo piano.



Per concludere
The Amazing Spider-Man diverte al 100%. Il film è un ottimo inizio di una saga che potrebbe mettere in ombra quella di Sam Raimi. I
Il protagonista cammina insieme all'intreccio dinamico e interattivo. Lo spettatore non si annoia vedendo i complessi esistenziali di Peter Parker, ma anzi, vuole scoprire con lui la verità che si cela dietro un mistero che verrà sicuramente snocciolato nel prossimo film.
Ovviamente il 3D è inutile. Ma tanto è inutile parlarne.

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