mercoledì 9 maggio 2012

Diary of the Dead

Jason (Joshua Close), giovane film maker, sta girando un film dell’orrore insieme ai suoi amici. Il gruppo non si immagina che il vero terrore si sta diffondendo in tutto il mondo, e che un’orda di morti viventi si sta riversando sulle strade, contagiando e uccidendo chiunque. La sopravvivenza è istintiva, ma Jason ha l’istinto di documentare tutto, e con la sua macchina da presa inizia riprendere la shockante verità che i media stanno minimizzando.
Nel 2007 George A. Romero ritorna in vita con un progetto interessante, incerto se preso nei suoi difetti narrativi e interpretativi, ma sperimentale se si considerato il passato cinematografico del regista.
Aderendo al successo stilistico di Blair Witch Project, l'occhio di Romero si moltiplica e si trasferisce su più strumentazioni video: dalle telecamere a circuito chiuso a quelle dei cellulari, sino alla macchina da presa del protagonista cinefilo. La scelta di raccontare la storia attraverso diversi dispositivi non è casuale e il tema è evidente: chiunque ha possibilità di diventare un potenziale “film maker”, di documentare qualsiasi cosa con i mezzi a disposizione e poterla divulgare via Web, terreno fertile dell’amatoriale. Romero fa il punto della situazione dell’individuo contemporaneo, immerso totalmente nella tecnologia e con la rete Web come piattaforma per diventare informatori attivi e non solo essere fruitori passivi dell'informazione.
Come è solito nelle storie di Romero anche in questa pellicola il regista horror più temuto torna a parlare della società per mezzo dei suoi morti viventi, sempre più famelici e pericolosi. Inoltre trova un pretesto per parlare di cinema e del suo linguaggio come modo per combattere il monopolio dei media. È un film che fa riflettere sul ruolo dell’informazione: gli avvenimenti che stanno accadendo in tutto il mondo vengono divulgati occultando la gravità della situazione. La crisi dell’informazione è un pretesto per il protagonista Jason di documentare quanto sta accadendo, di poter informare e possibilmente aiutare tutti coloro che fuggono o lottano contro gli zombie. Internet diventa la roccaforte dell’informazione amatoriale, quella che vuole essere verità.
Durante la pellicola, la telecamera passa da persona a persona, ma il protagonista Jason, il film maker in erba che per tutta la trama fa di tutto per poter riprendere i terribili avvenimenti, esemplifica il cinismo dell'operatore dietro la macchina da presa, il distacco dalla realtà per poterla mostrare; l’operatore che presta il suo sguardo per far vedere noi spettatori. Questo altro tema è interessante, ma pur troppo non sempre coinvolgente; comunque nel procedere della trama questo tema diventa un problema tra Jason e Debra (Michelle Morgan), la quale rimane shockata dalla sua ossessione e che solo in seguito comprende l’importanza delle sue azioni.
L'impronta di Romero è evidente, ma stavolta non è eccezionale. Le cronache dei morti viventi ha il terribile difetto di essere troppo sperimentale, e non lascia spazio né a innovazioni e né a una storia coinvolgente. L' interpretazioni degli attori è più che scadente, e le scelte discutibili dei personaggi e le reazioni di fronte agli eventi terribili sono talmente irrealistici da lasciare incredulo lo spettatore, fin troppo abituato a certi tipi di azioni nel panorama del cinema horror. Le scene shockanti sono poche, ma lo splatter e il gore non manca di certo, appagando lo spettatore. Inoltre sono numerosi i riferimenti ai primi (La notte dei morti viventi e Zombie), che i veri amatori di questo filone filmico noteranno sicuramente, come ad esempio alcuni “camei” di personaggi dei film precedenti.
Nelle intenzioni di George A. Romero non c’è mai stato così tanto spirito cinico nel raccontare una storia di zombie, ma ha giocato tutte le carte in tavola a suo sfavore per poter rinnovare il suo stile. Il rischio è stato pagato con un film non convincente. Un sequel è già in lavorazione, e lo stile di ripresa “amatoriale” non è in programma; si spera in una rivincita di Le cronache dei morti viventi.

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