Era il lontano 1996 quando Chris Redfield e Jill Valentine entrarono nella villa Spencer, scoprendo il terrore del virus-T e il piano dell'Umbrella Corp.
Da quel momento la Resident Evil entrò nella vita dei videogiocatori, che per ben 16 anni ha determinato un'importante svolta nel genere survival-horror.
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Va detto che questo nuovo gameplay ha spaccato i fan in due parti: i puristi, che pretendevano che il gioco ritornasse alle origini del mito del primo capitolo (e soprattutto di quello più amato, Resident Evil 2); e i progressisti, che hanno visto nella rivoluzione della giocabilità uno spunto nuovo di divertimento e intrattenimento.
Con l'introduzione del nuovo gameplay, anche alcune dinamiche e atmosfere sono cambiate. Resident Evil 4 non garantiva atmosfere di puro terrore, come poteva essere garantito nei capitoli precedenti, ma l'adrenalina era causata soprattutto da orde di mostri e da sparatorie incessanti. Da quel momento la saga ha iniziato a mutare soprattutto da questo punto di vista, trasformato ormai più in un videogame action-horror che in un survival.

La storia doveva segnare un punto di svolta dell'intera saga. Invece tutti i personaggi, tra cui l'indimenticabile Albert Wesker, diventano insignificanti rispetto alla grandiosità delle loro storie passate. Tutto viene risolto in esplosioni, piani terroristici poco coinvolgenti e in nemici piuttosto dimenticabili.
In parole povere, tutto viene lasciato in mano al puro intrattenimento cinematografico (fine a sé stesso però, atto semplicemente a mostrare le capacità grafiche del videogame) e all'azione, senza considerare lo sviluppo dell'intera trama che sino al Code Veronica (bellissimo capitolo della saga) stava garantendo un pathos e un intreccio incredibile.
Le premesse di essere un grande Resident Evil ci sono: la trama promette 3 punti di vista diversi e quindi 3 personaggi giocabili; la caratterizzazione dei 3 personaggi determina 3 gameplay diversi; infine il ritorno di vecchi personaggi non può che emozionare i fan della saga.
- L'epicità si può assaggiare nella demo, che contiene molti elementi di gioco da cui si può dedurre come sarà il videogame nella sua completezza.
- La demo permette di controllare non 3, ma ben 6 personaggi, i quali hanno armi e movimenti diversissimi tra di loro.
- Il menù di gioco è immediato e intuitivo e si delinea come un'interfaccia perennemente presente durante il gioco.
- La grafica è maestosa (ovviamente la versione demo è piena di imperfezioni che saranno sicuramente eliminate).
- Il controllo dei personaggi è fluido e non non viene interrotto bruscamente se si vuole cambiare arma e se si viene colpiti (se si cade a terra è possibile continuare a difendersi sparando e schivando).
- La possibilità di schivare rende l'azione dinamica.
- L'interazione con l'ambiente permette di pararsi dietro barricate e di superarle.
- La presenza nella trama della campagna cooperativa può permettere maggior divertimento.
- Il ritorno di grandi personaggi del passato come Ada Wong e Sherry Birkin permetterà di chiudere un cerchio rimasto aperto troppo a lungo
- Nuovi personaggi come Jake (il figlio di Wesker.. really?!) potrebbero dare nuovi spunti per trame e capitoli futuri.
- Il ritorno degli zombie, il ritorno più gradito!
Non si sa se Resident Evil 6 porterà una ventata d'aria nuova nell'intreccio della saga, né se determinerà un punto di svolta, ma è innegabile che ciò che è stato mostrato sia nei video che nella demo permette di capire che ciò che avremo in mano il 2 ottobre non sarà un Resident Evil qualunque.
Di sicuro, non farà schifo come il 5!
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