Eddie Morra è un aspirante scrittore che
non riesce a sfondare nel campo della letteratura. Il blocco dello scrittore lo
costringe a ricorrere a rimedi pericolosi quando per caso incontra il suo ex
cognato, che gli offre una nuova droga “legale” che permette di aumentare al
massimo le capacità intellettive. Eddie
non si fa tanti problemi e assume la pillola di NZT. Il suo cervello inizia a
funzionare come un computer: riesce a imparare a suonare il pianoforte in meno
di un giorno, così come qualsiasi lingua e qualsiasi tipo di abilità, e ancora
più straordinario è che riesce a scrivere il libro in meno di poche ore. L’effetto
del farmaco però è limitato, e per riprovare quella sensazione di onnipotenza
Eddie ritorna dal suo ex cognato, il quale però lo inghiotte in un vortice di
malavita. Ma con il cervello sfruttato al 100%, Eddie non ha paura di niente, e inizia una scalata ai vertici di
Wall Street: da una piccola somma ricava milioni e le sue imprese vengono
notate dal magnate della finanza Carl Van
Loon, che gli offre un posto come consulente mediatore durante una grande
fusione tra corporation. Inebriato dall’odore del successo, si accorge però dei
terribili effetti collaterali del farmaco; è attaccato alla vita più di
chiunque altro, e fa qualsiasi cosa per continuare la sua scalata verso la
conquista del suo impero.
Limitless,
sin dalle prime immagini, impressiona e promette di essere un titolo originale
e ben costruito: andando avanti con la storia, ci si rende conto che quelle
premesse sono fondate. Al di là dei piccoli difetti come dialoghi piuttosto
sterili e buchi narrativi che denotano l’origine letteraria del film, Limitless
rimane un incredibile film di denuncia, di azione, di thriller e di
intrattenimento.
La critica
che viene mossa è piuttosto interessante, perché guarda allo sfruttamento delle
capacità di un uomo come lo sfruttamento dell’uomo stesso. Il denaro è il vero
potere che ogni uomo vuole ottenere, e Limitless disegna questa amara
verità tratteggiando un personaggio poliedrico nel suo carattere e nella sua
evoluzione, e realistico nelle sue intenzioni. Raggiungere le vette di Wall
Street rappresenta la condizione dell’uomo del 21^ secolo: un uomo i cui sogni vengono
ridotti a un comun denominatore, ossia il denaro.
Affianco
alla critica intelligente, c’è però un film davvero interessante dal punto di
vista delle sequenze d’azione, frenetiche nei tempi e ben costruiti nelle
immagini. L’effetto che provoca il farmaco alla mente di Eddie viene disegnato in maniera quasi ipnotico, con tecniche
digitali e un montaggio che unisce riprese metropolitane in profondità: la
macchina da presa sembra percorrere le strade di New York in un unico piano
sequenza (senza interrunzioni), dando un senso di vertigine.
Limitless
è stato tratto da un libro, The Dark Field di Alan Glynn, e nei casi degli
adattamenti cinematografici di opere letterarie si sente sempre quel senso di
vuoto narrativo che in un libro viene colmato da dettagli e tematiche che non
possono essere riproposte sul grande schermo. È per questo che la trama del
film risulta a volta troppo lunga e a volte priva di un collante che regga
tutte le questioni che propone. Ma
grazie alla bravura di Bradley
Cooper nei panni di Eddie il film
è godibile sino all’ultima scena, che propone con un retro gusto amaro come il
potere, nella società di oggi, non si ottiene mai in maniera lecita.
Criticabile
la presenza di Robert De Niro, ormai
ridotto all’ombra di sé stesso, che non riesce a dare nemmeno un quarto della
sua bravura nei panni di un personaggio inquietante quanto pericolosamente
realistico come Carl Van Loon.
Fortuna che la star Bradley Cooper
sostiene tutto il film con la forza della sua interpretazione.
Nessun commento:
Posta un commento