Nella intervista rilasciata al The Guardian spiega come la decisione di voler entrare nell'industria videoludica si stata mossa non solo che non aveva modo di intraprendere la via del filmmaker, ma anche dal fatto che vedeva nel videogame potenzialità che avrebbero reso questo medium qualcosa di importante nel futuro.
I videogame sono un esperienza molto diversa dai film: sono interattivi e bisogna capire le persone/utenti/giocatori in un altro modo rispetto agli spettatori. Hideo Kojima si è innamorato presto dei videogame, ma non ha mai dimenticato la sua vera vocazione.
Tutti i suoi amici, all'epoca, hanno tentato di dissuaderlo dalla scelta di entrare nel settore videoludico. Pensavano che fosse matto. Solo sua madre supportò la sua decisione. Non nega che avesse provato imbarazzo di fronte ai suoi coetanei. Alla fine entrò nella Konami, dopo aver cercato una società per cui lavorare.
In quel periodo la Konami era molto quotata in borsa; neanche la Nintendo aveva quel riconoscimento al quel tempo. Appena entrato, Hideo Kojima trovò nella Konami persone che la pensavano come lui, che credevano in un futuro positivo per i videogame.
Il continuo della storia la conosciamo tutti!
(L'intervista continua...)
Fonte: The Guardian
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