

La serie tv ha avuto un successo inaspettato. Con molto piacere ho notato che sono stati mantenuti i tempi della storia (nei primi due libri, Gioco di spade e Il grande inverno, la trama inizia a ingranare verso la fine) e i personaggi ricalcano perfettamente i caratteri degli originali "cartacei", sebbene alcune scelte del cast sono criticabili (ad esempio Sansa, che viene descritta nei libri come bellissima e che nel telefilm è piuttosto.. brutta).
Per quanto riguarda il successo della serie tv, questo delinea come il pubblico televisivo non sia sempre focalizzato su prodotti seriali incentrati sull'auto-conclusione degli episodi, in cui i personaggi vivono in un mondo e ambiente senza caratterizzazione. Dal mio punto di vista, coloro che hanno seguito e seguiranno Game of Thrones sono gli stessi che hanno seguito dal 2004 sino alla sua conclusione la serie Lost, che ha segnato un punto di rottura determinante tra la serialità basata sulla visione superficiale e quella strutturata da una narrazione complessa e orizzontale, ossia che segue il corso della serie stessa.

Ad aprile arriverà la seconda stagione. Per chi ha letto già i libri (come me) sa che questa stagione sarà piena di colpi di scena e molti personaggi vivranno situazioni oscure e senza via d'uscita; invece invidio chi ancora non sa cosa accadrà perché l'effetto sorpresa, ansia e adrenalina sarà la colonna portante della visione di questa bellissima saga/serie/colossal fantasy letterario, e vorrei tanto rivivere quelle sensazioni scaturite dalla novità.
Ma la forza di certe storie sta nel fatto che non si esauriscono alla prima visione/lettura, ma si alimentano costantemente grazie a una scrittura creativa che continua ad ardere soprattutto dopo la prima lettura.
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