mercoledì 9 luglio 2014

Doctor Who - The Time of the Doctor


L'era Smith è finita.
Potrebbe essere un sollievo per molti. Potrebbe essere triste per altri. Sta di fatto che quando finisce l'era di un Dottore, qualcosa si rompe dentro lo spettatore.
Io parlo da sacrilego, che non ha mai visto le stagioni classiche (rimedierò presto). Quindi ciò che scriverò lo dirò in relazione al nuovo ciclo di stagioni partite dal 2005.

The Eleventh Hour
Matt Smith si portava un grave fardello: il ricordo di David Tennant, che aveva regalato alla serie un'interpretazione inestimabile del Lord of Time. Il suo modo di recitare, di coinvolgere lo spettatore nel dolore e nella sua ricerca di un motivo di esistere nell'universo, ha reso il Doctor Who un'esperienza incredibile. Ogni episodio era bello, nel vero senso del termine. Anche le puntate filler risultavano gradevoli grazie a lui.
Matt Smith non ha avuto questa capacità di rendere bello ogni episodio. Ha fatto fatica ad entrare nei nostri cuori, ma semplicemente perché veniva dopo un dio della recitazione. Però ci siamo abituati e si è lasciato amare, lasciando dietro di sé una scia di noia e puntate terribili ma anche di momenti toccanti e narrativamente coinvolgenti e intriganti. La colpa non è solo di Matt Smith (che rimane comunque un grande attore), ma di tutta la crew di sceneggiatori e di registi dietro quegli episodi. Steven Moffat non ha spremuto realmente le doti attoriali di Matt Smith e l'assenza di Russel T. Davies si avverte enormemente.

The Silence will Fall
Con Eleven c'è sempre stata l'ombra della morte. Il Dottore, sin dalla quinta stagione, ha dovuto combattere contro un destino difficile, che solo nella sesta stagione si è fatto chiaro: il Dottore morirà a Trenzalore.
Questa tematica ha reso queste stagioni molto più dark, facendo salire la tensione con l'avvicinarsi della "dodicesima ora".
Gli archi narrativi della Pandorica (quinta stagione) e del "The Silence" (sesta satagione) vengono velocemente risolti nell'ultimo speciale di natale, The Time of the Doctor.
Il problema è uno solo: Steven Moffat e gli sceneggiatori hanno allungato il brodo per ben 3 stagione, solo per portare a compimento una profezia che annunciava la morte del Dottore.
Tutto ciò che è successo in quelle puntate viene risolto in un episodio che sarebbe dovuto durare molto di più, a mio avviso. Anche perché, proprio per via di ciò che succede su Trenzalore, proprio perché su quel pianeta ci sarebbe stata la tomba del Dottore, e proprio perché alcuni dei personaggi più belli di questa nuova era Smith (Amy Pond e River Song) vengono coinvolti nella serie di eventi in questione che questo episodio doveva essere più incredibile, più forte e più determinante per la fine di Matt Smith.

The Girl Who Waited and The Woman Who Killed the Doctor
Con Ten, le companion risultavano forti, determinate, interessanti e coinvolgenti, ma Tennant splendeva sempre e comunque affianco a loro. Con Eleven, la forza delle companion risulta più avvincente rispetto al Dottore.
Amelia Pond, "the first face that face saw", è stata una delle companion che ha dato nuova linfa all'era Smith. Grazie a lei, non ci si annoiava mai (tranne che per Rory, un personaggio inutile e ingombrante).
La vera star dell'era Smith è di sicuro River Song, la moglie del Dottore, "the woman who killed the doctor". Al di là dei risvolti piuttosto inquietanti da soap opera (River la figlia di Amy), questi due personaggi sono riusciti ad entrare nei nostri cuori. Eppure i loro addii sono stati piuttosto "sbrigativi"
Amelia viene silurata nel giro di pochi minuti in un'epoca in cui il Dottore non può approdare poiché avverrebbe un paradosso temporale.
River viene salutata da Eleven e dai telespettatori in un commovente addio, ma comunque il suo personaggio poteva essere sfruttato e poteva coinvolgere ancor di più. Pochi sono gli episodi in cui le compare, e tante erano le aspettative create su di lei.



The impossible girl
Clara Oswin Oswald è colei che viene subito dopo la ginger più famosa dell'era Smith. Il suo personaggio è stato utilizzato molto bene. Con il suo arrivo, il Dottore ha ripreso le redini del TARDIS tornando in quel pianeta che per quasi 3 stagioni non veniva mai citato: Gallifrey. Clara è un espediente che ha riportato il Dottore ai tempi della Time War tra i Time Lord e i Dalek (The Day of the Doctor).
Unendo la profezia di Trenzalore con la nuova companion, è stato creato un arco narrativo e episodio pazzesco (The Name of the Doctor), che ha risolto il mistero principale della settima stagione: chi è Clara Oswald?
Lei è una semplice ragazza, che si è ritrovata nel vortice del tempo del Dottore. Lei lo ha voluto salvare da una minaccia tornata dal passato (The Great Intelligence), e ha deciso di buttarsi nella "time stream" del Dottore per poterlo salvare in ogni punto del tempo e dello spazio. Per questo lei è morta due volte difronte agli occhi del Dottore, provando a salvarlo.
Con Clara c'è stato il pretesto di far rivedere le rigenerazioni passate, proprio perché lei ha visto le 11 facce del Dottore. Un'espediente narrativo interessante, che ha reso questo personaggio incredibilmente affascinante e la "ultimate companion" che creava un legame tra il passato, il presente e il futuro del Dottore.
Con Clara c'è stato il pretesto di raccontare una storia incredibile e che ha portato nuovi risvolti nell'universo del Doctor Who: John Hurt, "TheWar Doctor".

The Day of the Doctor
Il finale di The Name of the Doctor ha portato non pochi problemi: John Hurt e la rigenerazione mancante. Lui rappresenta la vera "nona" rigenerazione, quella che viene subito dopo Paul McGann. Lui è il Dottore rinnegato, colui che è stato dimenticato dai Dottori successivi poiché ha rappresentato l'era oscura, il genocida della propria razza.
Peccato che alla fine si risolve tutto con sorrisi e lieti fini: in realtà War Doctor, con l'interevento di Ten e Eleven, non ha mai sterminato la sua razza, ma ha congelato il pianeta in un universo sacca, dove risulta in una stasi temporale/spaziale.
Questo twisted plot ha ridisegnato il volto del Dottore e ha buttato via tutto il dolore e la tristezza che Nine e Ten avevano portato con sé durante le loro stagioni. Il Dottore non ha nulla di cui rimproverarsi, lui è un salvatore non uno sterminatore.
Il Dottore era affascinante proprio perché nel suo passato nascondeva la morte della propria razza e questo lo rendeva uno dei personaggi seriali più belli della storia. In lui c'era un volto nascosto, pericoloso e oscuro, che rendeva i suoi viaggi una lotta continua contro il suo passato.



The End
L'addio di Matt Smith è stato molto commovente. Il suo discorso non era inerente alla storia, era scritto di suo pugno. Un atto "metateatrale" che ha salutato i suoi fan e il personaggio di Eleven con un degno gesto di commiato. Il momento più coinvolgente è quando compare Amy. Quel momento è stato straziante, e ha salutato degnamente anche Amelia Pond e ciò che ha rappresentato per il Dottore in quest'era: il primo nuovo viso di una nuova (ormai finita) fantastica storia.
Addio Matt Smith, sei stato un grande Dottore. Ci mancherai.








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