La saga di Devil May Cry ha avuto molti alti e bassi. Il primo capitolo è stato interessante da tutti i punti di vista, introduceva un personaggio intrigante e dalla battuta pronta, un mezzo demone con le palle. Il secondo titolo invece è stato incredibilmente sottotono, con un Dante irriconoscibile che vestiva i panni del bello e dannato e di una co-protagonista controllabile inutile e poco convincente. Il terzo capitolo ha dato nuova linfa alla saga, portando alcuni cambiamenti a livello di gameplay e un restyling del protagonista che viveva la sua prima avventura nel mondo dei demoni quando era ancora giovane. Il quarto capitolo, approdato nelle console next-gen, ha visto l'introduzione di un nuovo personaggio, Nero e di nuove dinamiche narrative ed estetiche (una grafica davvero interessante) che potevano essere sviluppate meglio.Dopo anni di silenzio, Devil May Cry viene dato in mano a Ninja Theory che hanno voluto creare un reboot del titolo, introducendo un Dante ancora più giovane rispetto a Devil May Cry 3 e totalmente diverso. I videogiocatori, quando hanno visto le prime immagini del nuovo Dante, si sono separati in due fazioni: i puristi (come al solito) che pretendevano un Dante vecchio stile, con i capelli bianchi (un piccolo particolare che caratterizzava pienamente il personaggio), e chi invece non aspettano altro che dare mazzate ai demoni con mille combo e mille armi.
Lo stile grafico è accattivante ma pieno di errori: può darsi che il problema sia determinata dalla demo, quindi bisogna vedere il videogame completo per confermare.
Il gameplay è inutile da analizzare: è il solito action game dove combatti a più non posso. Ci saranno i giocatori che premeranno i tasti a caso. Ci saranno giocatori che meticolosamente vorranno fare tutte le combo del mondo. In parole povere è puro divertimento. Gli action- game d'altro canto regalano comunque ore di intrattenimento come pochi videogame sanno fare.



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