giovedì 13 settembre 2012

Kingdom Hearts 3D - Dream Drop Distance





Quando è uscito Kingdom Hearts il mondo videoludico ha vissuto una ventata di aria fresca. Disney e Square Soft (poi Square-Enix) uniti in un unico videogame, in cui Final Fantasy e le favole Disney portavano il giocatore in un universo fatto di pura e semplice magia. Dopo 10 anni siamo giunti alla settima installazione di Kingdom Hearts: Dream Drop Distance, capitolo che segna il ritorno di Sora e Riku e punto di unione di tutti gli altri capitoli.
La Square Enix, a quanto pare, ha dovuto sottostare ad alcune dinamiche aziendali della Nintendo, tra cui valorizzare due titoli usciti per il Nintend DS: Kingdom Hearts 358/2 days e The World Ends With You, i cui protagonisti sostituiscono i personaggi di Final Fantasy, mettendo fine a uno dei crossover meglio riusciti nella storia dei videogame.
Le premesse di questo nuovo capitolo di Kingdom Hearts non sono state delle migliori, soprattutto perché i fan vogliono Kingdom Hearts 3 da tanto tempo. Dream Drop Distance, sebbene ben voluto dai videogiocatori e dai possessori di Nintendo 3DS, non era il titolo che tutti desideravano.

Kingdom Hearts 3D non era necessario. La saga sta subendo ogni sorta di manipolazione per portare avanti la storia, creando nuovi spin-off, aggiungendo nuovi personaggi e mondi. Sono 10 anni ormai che la saga di Kingdom Hearts vive tra una console e l'altra, ma finora nessuno dei sequel è all'altezza del primo Kingdom Hearts.
La creazione di nuovi capitoli ha si determinato un affascinante approfondimento della narrazione, che è stata abbellita da molti punti di vista rendendo il tutto più maturo e intrigante. Però tutto quanto è stato giostrato male, appesantendo una trama che poteva essere risolta con un semplice sequel del primo capitolo uscito per PS2. Per fare un esempio: in Chains of Memories, 358/2 days e Re: Coded sono stati riutilizzati sino all'inverosimile gli stessi mondi Disney, riciclando addirittura le stesse storie e personaggi. La narrazione orizzontale che li unisce tutta alla saga è flebile, quasi evanescente per quanto poco valorizzata.
Un'altra debolezza degli spin-off sono i mondi Disney: nel primo capitolo i mondi erano affascinanti, una novità nel panorama videoludico. Andando avanti con gli spin-off questi mondi sono diventati noiosi, inutili ai fini della trama, trasformando l'esperienza Disney riempitiva e irritante per molti aspetti.
In Kingdom Hearts 2, in Birth by Sleep e in Dream Drop Distance sono stati introdotti nuovi mondi e nuove ambientazioni, ma nell'insieme sono noiosi. Se Dream Drop Distance è superiore a BBS per ambientazioni, è nettamente inferiore per quanto riguarda la trama. In Kingdom Hearts regnava semplicità pura; in Dream Drop Distance regna la macchinosità narrativa e le inutili complicazioni della storia, inserendo addirittura i viaggi nel tempo. A peggiorare la situazione è il fatto che il gioco è totalmente in inglese, quindi comprendere la storia diventa ancora più complicato per noi italiani e per chi non mastica bene l'inglese.

Per quanto riguarda la giocabilità ci sono troppi elementi ma al tempo stesso diverte ed è gratificante. Tra il Flowmotion, il Reality Shift e l'introduzione dei Dream Eater (gli Spirits sono quelli amichevoli, i Nightmare invece sono i nemici) è un vero caos sul piccolo schermo. Inizialmente il tutto è complicato da gestire, ma con un paio di ore di gioco si riesce a utilizzare gestire estremamente bene, non annoiando mai e divertendo come ai tempi di Kingdom Hearts 2.
Un elemento interessante è il Drop, la vera innovazione, che permette di cambiare personaggio giocabile. Ai fini della trama è avvincente ma caotica; ai fini della giocabilità rende dinamico, ma non fluido, l'utilizzo dei due personaggi Riku e Sora. Il Drop è un evento controllabile tramite alcuni oggetti, ma comunque il timer segna l'inesorabile cambio di personaggio.
La gestione dei Dream Eater stona parecchio con il resto del gioco. Questi esseri simil-pokemon non sono solo compagni di combattimento, ma sono equipaggiamenti che danno ai personaggi caratteristiche, aumenti di parametri e abilità. Il problema principale è che bisogna stare dietro a questi mostri: bisogna coccolarli, dar loro da da mangiare, farli giocare e come ricompensa è possibile sbloccare nuove abilità in una specie di mappa simile alla sferografia vista in Final Fantasy X. Il tutto avviene nella realtà aumentata. Insignificante.
La grafica è il punto forte del gioco, una vera goduria per gli occhi. Il 3DS dimostra sempre di essere all'altezza a livello estetico/grafico e l'effetto stereoscopico dona una profondità dell'immagine davvero coinvolgente, anche se personalmente non lo utilizzo molto perché mi deconcentra molto dal gioco.

Questo capitolo connette tutti gli altri spin-off della saga, promettendo (forse) il fantomatico ultimo capitolo di Kingdom Hearts. Ci si rende conto però che è un riciclo di troppe cose a partire dalla musica. Yoko Shimomura non riesce a sfornare un bel brano musicale dai tempi di Kingdom Hearts 2, e vengono costantemente riutilizzati theme arrangiati per l'occasione.
Kingdom Hearts 3D sembra mancare di un cuore.

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