mercoledì 6 giugno 2012

Limitless


Eddie Morra è un aspirante scrittore che non riesce a sfondare nel campo della letteratura. Il blocco dello scrittore lo costringe a ricorrere a rimedi pericolosi quando per caso incontra il suo ex cognato, che gli offre una nuova droga “legale” che permette di aumentare al massimo le capacità intellettive. Eddie non si fa tanti problemi e assume la pillola di NZT. Il suo cervello inizia a funzionare come un computer: riesce a imparare a suonare il pianoforte in meno di un giorno, così come qualsiasi lingua e qualsiasi tipo di abilità, e ancora più straordinario è che riesce a scrivere il libro in meno di poche ore. L’effetto del farmaco però è limitato, e per riprovare quella sensazione di onnipotenza Eddie ritorna dal suo ex cognato, il quale però lo inghiotte in un vortice di malavita. Ma con il cervello sfruttato al 100%, Eddie non ha paura di niente, e inizia una scalata ai vertici di Wall Street: da una piccola somma ricava milioni e le sue imprese vengono notate dal magnate della finanza Carl Van Loon, che gli offre un posto come consulente mediatore durante una grande fusione tra corporation. Inebriato dall’odore del successo, si accorge però dei terribili effetti collaterali del farmaco; è attaccato alla vita più di chiunque altro, e fa qualsiasi cosa per continuare la sua scalata verso la conquista del suo impero.
Limitless, sin dalle prime immagini, impressiona e promette di essere un titolo originale e ben costruito: andando avanti con la storia, ci si rende conto che quelle premesse sono fondate. Al di là dei piccoli difetti come dialoghi piuttosto sterili e buchi narrativi che denotano l’origine letteraria del film, Limitless rimane un incredibile film di denuncia, di azione, di thriller e di intrattenimento.
La critica che viene mossa è piuttosto interessante, perché guarda allo sfruttamento delle capacità di un uomo come lo sfruttamento dell’uomo stesso. Il denaro è il vero potere che ogni uomo vuole ottenere, e Limitless disegna questa amara verità tratteggiando un personaggio poliedrico nel suo carattere e nella sua evoluzione, e realistico nelle sue intenzioni. Raggiungere le vette di Wall Street rappresenta la condizione dell’uomo del 21^ secolo: un uomo i cui sogni vengono ridotti a un comun denominatore, ossia il denaro.
Affianco alla critica intelligente, c’è però un film davvero interessante dal punto di vista delle sequenze d’azione, frenetiche nei tempi e ben costruiti nelle immagini. L’effetto che provoca il farmaco alla mente di Eddie viene disegnato in maniera quasi ipnotico, con tecniche digitali e un montaggio che unisce riprese metropolitane in profondità: la macchina da presa sembra percorrere le strade di New York in un unico piano sequenza (senza interrunzioni), dando un senso di vertigine.
Limitless è stato tratto da un libro, The Dark Field di Alan Glynn, e nei casi degli adattamenti cinematografici di opere letterarie si sente sempre quel senso di vuoto narrativo che in un libro viene colmato da dettagli e tematiche che non possono essere riproposte sul grande schermo. È per questo che la trama del film risulta a volta troppo lunga e a volte priva di un collante che regga tutte le questioni che propone. Ma  grazie alla bravura di Bradley Cooper nei panni di Eddie il film è godibile sino all’ultima scena, che propone con un retro gusto amaro come il potere, nella società di oggi, non si ottiene mai in maniera lecita.
Criticabile la presenza di Robert De Niro, ormai ridotto all’ombra di sé stesso, che non riesce a dare nemmeno un quarto della sua bravura nei panni di un personaggio inquietante quanto pericolosamente realistico come Carl Van Loon. Fortuna che la star Bradley Cooper sostiene tutto il film con la forza della sua interpretazione.

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