sabato 9 giugno 2012

The Last of Us - Manuale di sopravvivenza secondo Naugthy Dog (2)




Indubbiamente la parte migliore dell'E3 di quest'anno è stata la demo di The Last of Us, prossimo titolo Naughty Dog che sembra promettere molto bene. Gli sviluppatori hanno voluto esplorare e creare nuovi ambienti e nuovi modi di pensare il videogame, distaccandosi a quanto pare dalla saga di Uncharted e dalla sua componente action (di cui ovviamente rimane l'impianto cinematografico e dinamico/interattivo durante i gameplay).
Durante la dimostrazione dell'E3 c'è stata una povertà dal punto di vista dell'azione durante i combattimenti contro gli altri sopravvissuti, ma non per questo vuol dire che sia stato meno interessante. L'approccio più stealth in questa dimostrazione è stato comunque importante per conoscere meglio da vicino questo interessante videogame.


A detta degli sviluppatori, ci sarà la componente esplorativa piuttosto sviluppata al punto da permettere al giocatore di poter girare liberamente per le ambientazioni (fortemente evocative) di una America distrutta da un virus che 20 anni prima ha spazzato la società umana riducendola nell'ombra di ciò che era un tempo Un dato è sicuro: la componente "action" sarà molto limitata. Non sarà uno sparatutto all'Uncharted, dove si possono trovare armi di ogni tipo e proiettili in ogni angolo. The Last of Us sarà basato principalmente sulla sopravvivenza, per cui ogni oggetto e arma che si può ottenere (o creare, come nel caso della molotov nella demo) è utile per sopravvivere contro esseri umani decivilizzati o infetti.
Per continuare, si deve dire che la componente stealth è importante per andare avanti nella storia. Se si utilizza un approccio troppo avventato, il game over è assicurato; viene premiato invece chi sa utilizzare l'ambiente circostante a proprio vantaggio come ad esempio nascondendosi per studiare le mosse dei nemici e così via.



Se quindi la componente stealth si unisce meravigliosamente bene alla componente esplorativa, il gameplay viene arricchito ulteriormente dall'intelligenza artificiale che guida Ellie. Il creatore Neil Druckmann, creative director della Naughty Dog, afferma che Ellie se la sa cavare tranquillamente e che durante le fasi di combattimento, mentre Joel (comandato da noi) è impegnato a far fuori i nemici, la ragazza di 14 anni riesce magnificamente ad aiutare l'amico del padre, se non addirittura a tirarlo fuori da brutte situazioni.
La sinossi è semplice: Joel, trafficante di droga, si trova impegnato in una promessa fatto a un amico ossia quella di portare in salvo la figlia di nome Ellie. Da un concetto così semplice come può essere una promessa si sviluppa una trama che incentra il suo aspetto principale non sono sulla sopravvivenza, ma soprattutto sul legame che si viene a creare tra i due protagonisti. Il titolo sicuramente racchiude la tematica del videogame: gli ultimi di noi non possono sopravvivere se non si crea un legame.



Al di là delle smancerie, dal gameplay si evince la sceneggiatura alla Naughty Dog: personaggi ironici e al tempo stesso realistici; battute taglienti che rompono la tensione che fa da padrona durante il gioco; il realismo degli avvenimenti come può essere la reazione dei nemici o degli stessi protagonisti di fronte a un determinato eventi e così via.
Insomma, se la Naughty Dog ha un difetto è quella di averci viziato a una nuova concezione di videogame, in cui la ricercatezza narrativa si lega indissolubilmente a una costruzione dei personaggi che rasenta la perfezione. Non ci si può non immedesimare in The Last of Us, che ha catturato l'attenzione di tutti noi dall'inizio, quando venne presentato il primo trailer.




Se vi può interessare, la prima parte del manuale la trovate QUI (The Last of Us) Buona lettura!

Nessun commento: